Diavoli, la coperta corta dell’economia
A Londra uno squalo dell’alta finanza schiaccia un bottone sulla sua tastiera e dall’altra parte del mondo un uomo disperato preme il grilletto per togliersi la vita.
Speculazioni economiche edificate su informazioni pilotate, giochi di parole e di potere, spionaggio. Diavoli, financial thriller lanciato da Sky in piena quarantena è il racconto del controllo come metafora del potere.
Grandi e piccoli schermi dai quali apprendere informazioni, crearne e divulgarne altre, e vedere in tempo reale l’effetto che le scelte prese e quelle indotte a prendere scatenano nella quotidianità.
Sono gli schermi dei pc della NYL, la banca di investimenti con sede a Londra diretta da Dominic Morgan, interpretato da Patrick Dempsey, ma anche gli schermi al plasma del quartier generale di Daniel Duval, fondatore di Subterranea organizzazione di controinformazione e spionaggio che attenta al sistema dell’alta finanza.
E’ il destino di molti nelle mani di pochi guidati dalla ricerca di un senso di onnipotenza quando di denaro ne hanno già abbastanza. E allora il punto non è più essere più ricchi ma essere influenti, determinanti nella vita delle persone, di interi Stati tramite i mercati. Per chi riesce a fare questo il denaro diventa una conseguenza.
Il protagonista, manco a dirlo, è un italiano. Un italiano del sud per giunta. Massimo Ruggero scappato da Cetara con grande senso di rivalsa nei confronti del padre e un’ambizione smisurata perché se vivi nella miseria hai due possibilità: o farti schiacciare dall’idea di un destino immutabile o essere disposto a fare qualsiasi cosa per vedere cosa c’è dall’altra parte dello specchio.
Da studente di economia a head of trading della NYL il passo è breve. Le sue intuizioni, la sua determinazione, la sua fame, affascinano Dominic Morgan, interpretato da Patrick Dempsey, che lo prende sotto la sua ala protettrice che si rivelerà poi soffocante.
Il rapporto con il suo “capo” è un surrogato di quello che Massimo ha interrotto, manco a dirlo per una questione di soldi, dieci anni prima con il padre e che verrà risolta prima della morte del genitore.
A scuotere il glaciale e rampante manager italiano le diverse donne che gli ruotano attorno usate come strumenti da altri personaggi.
Nina, moglie di Dominc Morgan, interpretata da Kasia Smutniak, allontanerà Massimo da sua moglie Carrie, artista tossicomane considerata un pericolo per la sua scesa e, di conseguenza per quella della NYL.
E poi Sofia, interpretata da Laia Costa. Ha visto suo fratello premere il grilletto per togliersi la vita durante la crisi dell’Argentina e combatte contro quel mondo pieno di soldi e privo di scrupoli rappresentato da Massimo.
La redenzione di lui farà vacillare la giovane ribelle dapprima incaricata di usarlo per scoprire i segreti della NYL e poi legata a lui nella ricerca della verità sull’omicidio/suicidio di un collega di Massimo, Edward Stewart alla vigilia della crisi internazionale dei cosiddetti PIIGS che colpirà l’Europa a partire dal 2008.
Diavoli viene definito un financial thriller perché intreccia affari miliardari del mondo dell’alta finanza, attività di spionaggio e controspionaggio e le vicende personali, intime, umane dei protagonisti che si districano tra carrierismo spietato e tentativi più o meno profondi di redenzione.
Una serie ben fatta dove i tecnicismi della materia finanziaria non distraggono dalla comprensione delle macrotrame partendo da un assunto che un po’ tutti diamo per assodato: il denaro è una cosa sporca. Idea che innesca tutta una serie di pregiudizi sul rapporto con i soldi dietro la quale c’è la totale assenza di una cultura finanziaria, una conoscenza oggettiva di cos’è e come funziona il denaro e del ruolo di strumento e non di fine che esso dovrebbe assumere nella vita quotidiana di tutti.
Non è un caso che nelle scuole in diversi Stati stia prendendo piede l’educazione finanziaria. Una disciplina che permetta di conoscere il denaro per instaurare con esso un rapporto più sano e, perché no, anche etico.
In effetti Diavoli, proponendo la rappresentazione del mondo dell’alta finanza come una vasca di squali pronti ad azzannarsi l’un l’altro, invita lo spettatore ad una lettura più profonda dei fenomeni sociopolitici e, di conseguenza economici perché non è detto che l’economia mondiale debba essere per forza una coperta corta.
Venerdì gli ultimi due episodi della prima serie. La seconda è stata già annunciata.