All’Arcomango il fascino del Corten
Ho conosciuto Domenico De Rito un annetto fa o poco più. Una persona con la quale è veramente piacevole conversare. Aperto e disponibile ci siamo trovati subito in sintonia nonostante, e anche grazie, alle nostre diversità di vedute e i nostri percorsi di vita e professionali chiaramente differenti.
Architetto e insegnante, può essere considerato un esteta nel senso più largo del termine. Ci ha accomunato probabilmente più di ogni altra cosa la ricerca della bellezza nelle cose del mondo, che poi spesso non è altro che la ricerca della semplicità.
Lui come architetto e io come giornalista abbiamo dovuto spesso sacrificare il nostro ego che non disdegna il palcoscenico per portare in primo piano lui i suoi progetti e la filosofia che ci sta dietro, io i miei articoli dove i fatti devono avere un peso sempre maggiore rispetto alle opinioni.
Quando ho conosciuto il progetto di riqualificazione che stava ultimando nella zona dell’Arcomagno di San Nicola Arcella ho subito pensato che si poteva scrivere qualcosa di bello, qualcosa che parlasse di bellezza.
Quella zona infatti è molto attenzionata a giusta ragione dalle associazioni ambientaliste perché ogni intervento dell’uomo potrebbe deturparla in maniera irreversibile.
Domenico ha voluto aspettare che il suo progetto fosse approvato definitivamente per spiegarmelo nei dettagli ma devo dire che anche ad un occhio poco tecnico in materia la logica che stava dietro al suo lavoro è apparsa subito chiara.
Nel 2020 dovrebbe – usiamolo un condizionale scaramantico – aprire il cantiere. E’ vero, si tratta di un lavoro commissionato da un privato che quindi intende capitalizzare l’investimento ma questo fa parte del gioco. E se ci pensate è anche giusto soprattutto se l’intervento viene fatto tenendo nella dovuta considerazione il patrimonio pubblico su cui va insistere.
Sarà un’esperienza positiva per chiunque poter salire queste scale al tramonto e magari passare un’ora di totale relax gustandosi in panorama con un sottofondo di musica soft sorseggiando un aperitivo.
Io l’ho immaginata così questa esperienza. Chic al punto giusto ma soprattutto rispettosa della bellezza del contesto.
LA NATURA E’ BELLEZZA
Se è vero che la bellezza salverà il mondo non è altrettanto facile riconoscerla, preservarla e valorizzarla. Soprattutto quando si parla di bellezze naturali il timore spesso fondato su evidenze indiscutibili, è che l’intervento dell’uomo sia talvolta impattante altre distruttivo oltre che in entrambe le circostanze di cattivo gusto. E purtroppo la Calabria vanta anche questo triste primato, ovvero quello di aver favorito la nascita di ecomostri a perdita d’occhio, un po’ ovunque, senza tante attenzioni per la natura e per tutto quello che può portare in termini di immagine, di turismo e di conseguenza di economia. Eppure in uno dei luoghi più belli della regione, che potrebbe essere candidato a patrimonio dell’Unesco e che soltanto per le avverse condizioni metereologiche non ha potuto ospitare le riprese del prossimo film della saga di 007, verrà realizzato un progetto che ha tutte le caratteristiche per rappresentare l’apripista di una concezione nuova di armonizzare architettura e natura.
UN UNICUM IN CALABRIA
La parola magica è Corten, un acciaio riciclabile, ad impatto visivo quasi nullo, che si immerge perfettamente anche dal punto di vista cromatico nella natura che lo ospita e che sarà usato per costruire due scale. Le rampe, completamente amovibili e completate con innesti in pietra e legno, permetteranno di accedere ad uno dei promontori più belli che sbuca tra l’Arcomagno e il panorama che apre la vista all’Isola Dino. Un progetto che rappresenta un unicum in Calabria e che ha riscontrato diversi pareri positivi. A partire da quello non scontato del committente. Perché quando si concede carta bianca ad un architetto non tutto può essere compreso al volo. Serve quindi fiducia nel professionista, capacità di abbracciare la visione progettuale e, in questo caso anche la possibilità economica per investire su materiali di grande qualità. Altro parere positivo necessario è stato quello degli uffici regionali. L’architetto Domenico De Rito ha sottolineato con orgoglio l’interesse che il progetto ha suscitato anche nelle fredde stanze della burocrazia. E poi i riconoscimenti degli esperti del settore che subito dopo l’approvazione definitiva hanno veicolato l’immagine di San Nicola e della Riviera dei Cedri esponendo il progetto a Venezia e pubblicando i rendering dell’opera su prestigiose riviste di settore.
LA LUCE
Altro elemento che caratterizzerà l’opera sarà l’utilizzo e la diffusione della luce artificiale. Un elemento molto caro a De Rito che ne ha fatto uno degli oggetti principali dei suoi studi. Una illuminazione calda, accorta, discreta, funzionale ad agevolare il visitatore nel suo cammino ma pressoché impercettibile per chi osserva l’opera da un punto di visto più largo. Un esempio concreto di come, quando si investe non solo denaro, ma tempo, passione, studio e competenze vincono tutti perché “il paesaggio è uno spazio libero e pubblico, e quand’anche privato, la sua percezione, la sua ricaduta, è sempre di carattere collettivo”.